Althesys, in partnership with Staffetta Quotidiana and e-gazette, provides a monthly updating of pure renewables performance tracked by Irex Index
This edition has been published the 20th January 2025.
Irex Index in the Red Again in December: Renewables Facing Delisting and Policy Delays
L’indice Irex registra forti perdite anche a dicembre, chiudendo il 2024 in territorio profondamente negativo, tra uno scenario poco favorevole alle rinnovabili e forti spinte al delisting in Borsa.
L’indice, che misura l’andamento delle small mid cap pure renewable quotate in Borsa Italiana, ha perso il 7,5% nel mese di dicembre, chiudendo l’anno a 19.398 punti e registrando guadagni solo per tre mesi su dodici (maggio, agosto e novembre). Ben più ampio è il crollo registrato rispetto alla fine del 2023 (-36%), quando l’Irex era a oltre 30.000 punti.
Il delisting di alcuni titoli ha appesantito un contesto di mercato già di per sé non molto favorevole, aggiungendo ulteriore pressione. A febbraio aveva abbandonato la Borsa Renergetica per via dell’OPA promossa da CVA, mentre AlgoWatt è stata tolta a novembre a seguito del processo di liquidazione giudiziale in corso. A queste potrebbe presto aggiungersi Comal, alle prese con un’OPA totalitaria da parte del gruppo Duferco.
Il delisting è però una tendenza che ha coinvolto tutta Piazza Affari: a fronte del debutto di 22 nuovi titoli, 28 hanno abbandonato la Borsa, con una perdita di capitalizzazione stimata in oltre 28 miliardi. Le ragioni di questo fenomeno sono varie ma tutte abbastanza riconducibili alle criticità del mercato italiano. Secondo gli ultimi dati ufficiali pubblicati dalla Consob (che però arrivano fino al 2023), il delisting è l’obiettivo principale delle OPA, con le società che vogliono beneficiare della “maggiore competitività e velocità di esecuzione che si associano allo status di società non quotata”. Un concetto simile, seppur declinato per il settore rinnovabili, è stato ribadito anche dal CEO di ERG Paolo Merli. Il rischio che i capitali si spaventino è reale, aveva detto Merli in occasione della presentazione dell’ultimo rapporto Irex, sottolineando come le società rinnovabili quotate siano state molto penalizzate sul mercato a causa di una mancanza di visibilità sui prezzi e auspicando un miglior quadro normativo e regolatorio che però sembra ancora di là da venire.
Il 2024 è stato infatti caratterizzato dall’attesa di provvedimenti volti a stimolare la crescita ma che sono ancora in fase di definizione o, quand’anche pubblicati, devono ancora esplicare i loro effetti. Il nuovo decreto FER X è in attesa di un via libera da parte della Commissione Europea: il governo l’ha suddiviso in due parti (uno schema transitorio per il 2025 e uno per gli anni 2026-2028) per facilitarne l’approvazione ma ancora non si hanno notizie. Ferma a Bruxelles è anche l’approvazione dell’aggiornamento PNIEC mentre le regole operative del decreto FER 2, destinato all’incentivazione delle rinnovabili “innovative” come l’eolico offshore, sono state approvate a dicembre ma si attende la pubblicazione del bando di gara. Si è in attesa anche delle aste per il MACSE, il meccanismo di sostegno per gli stoccaggi, che però non partiranno prima di giugno 2025, secondo quanto dichiarato a novembre da Terna. A ciò si aggiunge l’approvazione di decreti oggetto di confronto/scontro tra Stato e Regioni (Decreto Aree Idonee e T.U. Rinnovabili) e altri potenzialmente frenanti, come il DL Agricoltura e il DL Ambiente.
In questo contesto, le uniche aziende che sono riuscite a chiudere l’anno in posizione migliore rispetto alla fine del 2023 sono state EEMS, Comal e Frendy Energy.
EEMS si è lasciata alle spalle un anno difficile, ma in netto miglioramento rispetto a quello precedente, con un valore azionario a fine 2024 di circa € 0,19 rispetto ai € 0,0016 dell’anno prima. I conti sono ancora negativi ma le perdite e le posizioni debitorie si sono ridotte nel corso dell’anno mentre la società ha nominato un nuovo Consiglio di amministrazione e in chiusura d’anno ha annunciato anche l’acquisizione (ancora da perfezionare) di una nuova società. Il mercato nel 2024 ha premiato anche Comal (+41%) sull’onda delle commesse aggiudicate, degli investimenti e della già menzionata volontà del gruppo Duferco di procedere all’acquisizione del 100% della società. L’operazione è stata annunciata a dicembre facendo guadagnare al titolo il 29% rispetto a novembre. Più contenuto, ma sempre positivo, il guadagno di Frendy Energy (+5%) che sembra aver beneficiato del buon andamento dei conti, in miglioramento rispetto al 2023 che già aveva segnato un ritorno all’utile dopo un 2022 molto negativo.
La maglia nera del 2024 va invece ad Alerion, che ha registrato un calo del 40%, seguita da Seri Industrial (-22%) ed Esi (-19%). Alerion sconta probabilmente i risultati inferiori (anche se positivi) rispetto al 2023 dovuti alla riduzione del prezzo dell’energia elettrica. Il titolo sembra però ritracciare verso valori in linea con le quotazioni del 2021, prima dell’inizio della crisi energetica. I conti sembrano penalizzare anche Seri Industrial che, dopo i forti guadagni di marzo e aprile sull’onda dei buoni risultati del 2023, ha iniziato a calare a seguito di ricavi inferiori alle attese e nonostante il perfezionamento dell’acquisizione di Industria Italiana Autobus (ora Menarini). Il mercato ha penalizzato anche Esi, nonostante gli annunci di diverse commesse nel corso dell’anno.
Il 2024 è stato però un anno positivo per tutte le principali Borse europee, con la sola eccezione di Parigi che ha chiuso a -2,2%. Francoforte è stata la migliore con il Dax che anno su anno ha fatto un balzo del +18,8%, seguito dall’Ibex spagnolo che ha chiuso a +14,8%. Bene anche Milano con +12% anno su anno mentre il Ftse Italia Energia ha registrato un calo del 7% rispetto alla fine del 2023.
Buono anche l’andamento di quasi tutte le commodity energetiche con il TTF a +61% ed il PUN a + 17%. Le quotazioni gas hanno risentito dei rialzi occorsi nella seconda parte dell’anno a seguito delle incertezze derivanti dal conflitto tra Russia e Ucraina. Più incerto l’andamento dei mercati petroliferi, con il WTI cresciuto dello 0,5% a $ 71,9 ed il Brent negativo a $ 74,8 (-2,9%).
In un quadro positivo per il settore energetico nel suo complesso, il comparto delle rinnovabili italiane non è stato, invece, apprezzato dal mercato mobiliare, il quale ha vissuto un anno molto difficile nonostante sfidanti obiettivi di transizione energetica e investimenti in crescita (circa 7 GW di nuove rinnovabili installate) anche nel 2024. L’attuazione delle principali misure previste potrebbe invertire la tendenza nel 2025.