Mancanza di un contesto regolatorio chiaro e favorevole agli investimenti
I mesi estivi fanno bene all’indice Irex che torna a salire rispetto ai valori di giugno ma il futuro del comparto delle rinnovabili italiane rimane più che mai incerto.
L’indice, che misura l’andamento delle small mid cap pure renewable quotate in Borsa Italiana, ha chiuso il mese di agosto con un +6,2% rispetto a giugno, quando aveva toccato il minimo degli ultimi tre anni. L’Irex è sceso ulteriormente a luglio ma la performance positiva della seconda metà di agosto ha permesso di ribaltare la situazione benché, in valore assoluto, l’indice abbia perso quasi 10.000 punti rispetto all’inizio dell’anno.
In questo contesto, EEMS ha registrato la performance peggiore, registrando tra luglio e agosto un -42%. Il titolo risente probabilmente del perdurare del processo di ristrutturazione finanziaria che ha portato, tra le altre cose, alla dimissione del consiglio di amministrazione a metà luglio.
Il mercato non ha premiato neanche Esi (-3,7%), nonostante l’annuncio di un accordo quadro di revamping su 15 MW di fotovoltaico per 6,5 milioni di euro e risultati semestrali in miglioramento rispetto allo stesso periodo del 2023. Male anche Seri Industrial (-3,6%) che in luglio ha annunciato il perfezionamento dell’acquisizione del 98% di Industria Italiana Autobus, operazione che in passato è stata oggetto di perplessità.
Positiva, invece, Alerion (+7%) che ha recuperato dal ribasso registrato a fine luglio a seguito di dati semestrali in peggioramento rispetto all’anno prima e Comal (+4,9%) che ha concluso con successo un aumento di capitale sociale e sottoscritto un accordo di quasi 18 milioni di euro per un’operazione di EPC-M su un impianto fotovoltaico nel sud Italia. Il mercato ha premiato anche Iniziative Bresciane (+5%) nell’attesa della pubblicazione della relazione semestrale prevista per la fine del mese.
Luglio e agosto in rialzo anche per le principali Borse europee, positive in entrambi i mesi. Ad agosto la migliore è risultata Madrid (+3%), seguita da Francoforte (+2,2%), Milano (+1,7%) e Parigi (+1,3%). In controtendenza il FTSE Italia Energia, indicatore del settore energetico italiano, che nell’ultimo mese ha perso l’1,8%, anche se nel bimestre è cresciuto dello 0,3%. Anche il settore petrolifero ha chiuso l’estate in territorio negativo con l’indice Brent in calso sia a luglio che ad agosto quando ha perso, rispettivamente, il 6,6% ed il 2,4%. Non meglio il WTI che nei due mesi ha perso il 3,4% ed il 6,3% arrivando $ 73,7, il valore più basso da inizio anno. In crescita, invece, il mercato gas, con il TTF che ad agosto ha guadagnato il 13,1%, ed il mercato elettrico dove le alte temperature hanno supportato la domanda di raffrescamento. Questo ha trainato il PUN che è salito del 14,4%.
Le proiezioni sulla crescita economica globale rimangono buone pur nell’incertezza derivante dalle tensioni geopolitiche in atto. L’ultimo rapporto del Fondo Monetario Internazionale vede una crescita mondiale al 3,2% nel 2024 e al 3,3% per l’anno successivo, stabili rispetto all’ultimo rilevamento.
L’incertezza regna però anche in ambito monetario dove le Banche centrali continuano a rimanere prudenti sull’allentamento della propria politica monetaria. Gli ultimi dati sull’inflazione americana hanno visto un’inflazione “core” sopra le attese e questo potrebbe convincere la Fed a rinviare o limitare il tanto atteso taglio dei tassi di interesse. La BCE, di contro, pur avendo tagliato i tassi sia a giugno che a settembre, manifesta preoccupazione per l’inflazione nel settore dei servizi che si è rivelata sopra le attese.
in Italia il PIL ad agosto è cresciuto per il quarto mese consecutivo ma la produzione industriale ha subito una nuova contrazione, tendenza (comune ad altri paesi europei) che non sembra ancora conclusa. In peggioramento anche le vendite dirette verso i Paesi UE e la fiducia dei consumatori mentre è in ripresa, dopo mesi negativi, quella delle imprese (fonte: Istat).
La buona performance dell’indice Irex durante i mesi estivi non deve però illudere sullo stato di salute di un settore che soffre per la mancanza di un contesto regolatorio chiaro e favorevole agli investimenti, nonostante i target di potenza che l’Italia si è impegnata a raggiungere entro il 2030.
Già prima dell’estate erano stati approvati i tanto discussi decreti Agricoltura ed Aree Idonee che rischiano di rallentare se non bloccare le installazioni di rinnovabili (soprattutto il fotovoltaico) mentre i provvedimenti che potrebbero favorirle sono ancora in fase di definizione. Non ci sono aggiornamenti sull’avvio del MACSE (previsto per il secondo trimestre del 2025) mentre il decreto FER X è ancora oggetto di interlocuzione con Bruxelles dopo la nuova bozza di giugno e l’intenzione del MASE di procedere con un’implementazione dello schema per fasi. L’idea è di procedere con un meccanismo transitorio per tutto il 2025 per poi approvare successivamente l’intero schema valido fino al 2028. Ancora in discussione anche il Testo Unico Rinnovabili concepito per mettere ordine nei processi autorizzativi ma che, allo stato attuale, pare complicare piuttosto che semplificare. Le uniche note potenzialmente positive riguardano la pubblicazione definitiva dello schema di incentivazione FER 2 per le rinnovabili innovative avvenuta ad agosto (e di cui si aspettano le regole operative che il GSE deve approvare nella prima metà di settembre) e l’impugnazione da parte del governo della moratoria della regione Sardegna che ha sospeso per 18 mesi i processi di autorizzazione e fermato la costruzione di impianti già avviati.