Il settore della carta da macero è storicamente uno dei pilastri dell’economia circolare italiana, data la necessità di materie prime seconde, sia a causa della scarsità di risorse forestali che grazie alla progressiva crescita della raccolta differenziata.
Il rapporto Unirima 2020 realizzato da Althesys traccia un quadro del settore e della sua evoluzione, prospettando alcune azioni di policy per il suo sviluppo
Il comparto vede nel 2020 un contesto profondamente mutato rispetto al precedente, segnato dagli effetti della grave crisi economica indotta dalla pandemia. I suoi forti impatti, sia sulla domanda che sull’offerta, si innestano su un quadro del settore della recovered paper già caratterizzato da diverse criticità, dovute sia al mercato globale che alle peculiarità economiche e normative italiane.
Crollo dei prezzi, mancanza di mercati di sbocco e incertezze nelle policy per i materiali recuperati sono solo alcuni dei problemi che il settore si trova oggi ad affrontare.
Il mercato dei maceri è attualmente in una fase di profonda crisi, generata dagli impatti congiunti di diversi fattori, sia internazionali che nazionali.
A livello globale, hanno contribuito in primis gli impatti dovuti alle politiche restrittive attuate dal governo cinese sulle importazioni dei materiali di recupero. Questa situazione ha visto un ulteriore inasprimento a seguito dell’aumento delle loro raccolte differenziate interne e della guerra commerciale con gli Stati Uniti. Questi eventi hanno di fatto comportato la chiusura delle importazioni di macero da parte della Cina e il reindirizzamento dei flussi verso altre nazioni asiatiche, come, ad esempio, India e Indonesia. La conseguente saturazione di tali mercati ha portato ad avere nel 2019 una domanda debole e incapace di assorbire la sovradisponibilità europea di macero. Ne sono scaturiti cali generali delle quotazioni per le diverse categorie in tutta Europa, che vede ogni anno un surplus di macero rispetto alla capacità delle proprie cartiere per circa 8 milioni di tonnellate. Quantitativi che, fino al 2017, erano inviati soprattutto al mercato cinese.
In Italia, allo stesso tempo, i gestori degli impianti di trattamento a cui sono conferiti i rifiuti di carta e cartone raccolti sia in maniera differenziata dai Comuni (rifiuti urbani) che da attività commerciali, artigianali, industriali e terziarie (rifiuti speciali), rischiavano la paralisi completa, a causa dell’assenza di sbocchi per il macero in uscita dagli impianti e del parallelo trend di crescita delle RD di carta e cartone. Le quotazioni dei maceri hanno pertanto visto un crollo soprattutto nel 2019.
Il contesto in cui operano oggi gli attori del comparto dei maceri è in una fase di profondo e drammatico mutamento. La crisi iniziata con la chiusura del mercato cinese alle importazioni di rifiuti cellulosici di qualità inferiore nel 2017 ha visto il suo aggravarsi negli anni successivi, con la guerra dei dazi tra Cina e Stati Uniti, il rallentamento dell’industria manifatturiera tedesca e l’introduzione di limitazioni all’import anche da parte di altre nazioni asiatiche.
Il crollo dei prezzi dovuto alla conseguente sovra-disponibilità di maceri ha messo in crisi le aziende del settore, che si sono così trovate senza sbocchi per i materiali recuperati. L’importanza primaria del settore cartario italiano nello sviluppo dell’economia circolare richiede che siano trovate soluzioni, anche nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi europei di riciclo.
Il comparto di carta e cartone potrebbe, d’altra parte, avere un ruolo di primo piano in una ripresa economica che voglia far il più possibile leva sulla sostenibilità e la green economy. A tal fine sarà necessario disegnare e attuare politiche nazionali mirate che, tenendo conto delle caratteristiche del settore, dei suoi diversi segmenti (rifiuti urbani e speciali) e delle tendenze in atto nel comparto, possano inserirsi nell’alveo delle misure di rilancio post crisi pandemica.
Serve, dunque, una vera a propria strategia nazionale per il comparto della produzione di materia prima secondaria per l’industria cartaria, dato che costituisce una componente chiave della filiera italiana del waste management nell’ottica dell’economia circolare.
In quest’ottica la crisi indotta dalla pandemia può rappresentare un’opportunità da cogliere, inserendo le misure e gli investimenti per il settore della carta da macero tra quelli prioritari per il Recovery Plan al fine di sostenere l’innovazione tecnologica degli impianti esistenti per efficientare i processi industriali di lavorazione, anche attraverso la digitalizzazione, incrementare la qualità del materiale e ridurre i consumi di energia.