Il miglioramento della situazione pandemica in diverse nazioni porta a prospettive cautamente più ottimistiche sulla crescita globale.
Due le principali incognite: primo, una ripresa disomogenea data dalle forti asimmetrie tra i Paesi sulla gestione della pandemia. Secondo, le nuove incertezze legate soprattutto all’inflazione e all’aumento dei prezzi delle commodity. In particolare, si assiste a un netto rialzo delle quotazioni delle materie prime nel primo trimestre 2021, che sono tornate ai valori pre-pandemia, accompagnate da crescenti shortage, con potenziali impatti negativi sulla ripresa.
Anche in Europa, le difformi situazioni sanitarie si traducono in performance economiche molto differenti tra i vari Paesi; pesano soprattutto i ritardi di Francia e Germania. Ad aprile, l’Eurostat ha rilasciato le stime preliminari sul PIL del primo trimestre 2021, che vedono una contrazione del 0,6% nell’Eurozona e dello 0,4% nell’UE in confronto al trimestre precedente. Rispetto, invece, al primo trimestre 2020, la contrazione è dell’1,8% per l’Eurozona e dell’1,7% per l’UE.
Migliorano le stime macroeconomiche per l’Italia. Il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al rialzo il PIL italiano nel 2021: +4,2%. Per il 2022 si prevede un consolidamento della crescita con un +3,6% su base annuale, stima invariata rispetto a gennaio. Migliorano anche le stime sulla disoccupazione, che secondo, l’FMI si attesterà al 10,3% (contro l’11,8% previsto a gennaio). Si prevede, invece, un ulteriore rialzo dell’indebitamento pubblico: quest’anno, il rapporto debito/PIL passerà dal 155,6% del 2020 al 157,1%.
Ad aprile, per la maggior parte delle Borse europee, è continuato il trend rialzista di marzo. Il ritmo è però significativamente rallentato: se il mese scorso i principali i listini europei avevano messo a segno aumenti prossimi al 10%, ad aprile il DAX ha segnato +0,8%, il CAC +3,3% e l’IBEX +2,8%. Negativa la performance del FTSE All Share, che chiude il mese a -1,4%.
In rialzo i petroliferi. Il Brent, che aveva aperto il mese a quota 64 dollari al barile, chiude aprile oltre i 67 dollari, con un aumento del 5,4%. Il WTI si pone su di una traiettoria analoga: a fine marzo si scambiava a poco più di 59 dollari al barile; un mese dopo, vale oltre 64 dollari. Nel rialzo avvenuto nella prima metà del mese pesa il blocco temporaneo del Canale di Suez e le conseguenze sull’approvvigionamento. L’indice FTSE Italia Energia (ex FTSE Oil&Gas) va in controtendenza, perdendo in un mese il 4,8%.
Dopo un recupero eccezionale nell’anno della pandemia (+62,2% dal 12 marzo al 31 dicembre), l’indice IREX ha continuato a crescere a buoni ritmi (+5,7% da inizio 2021 a fine aprile), ma comunque inferiori rispetto a quelli registrati dal FTSE All Share (+9,3%) e dal FTSE Italia Energia (+12,6%).
Dopo le altalenanti prestazioni di febbraio e marzo, ad aprile l’indice IREX delle small mid-cap pure renewable quotate su Borsa Italiana ha registrato un aumento dello 0,8%.
La miglior performance del mese arriva da Seri Industrial (+50,7%). Tra le ragioni di questo exploit ci sono l’inaugurazione dello stabilimento di Teverola (CE), con capacità produttiva massima annuale di 330 MWh di accumulatori al litio, e la pubblicazione dei risultati del primo trimestre, sensibilmente migliori rispetto allo stesso periodo del 2020.
Positivi anche i risultati di EEMS (+16,2%), che ha pubblicato i risultati finanziari per il 2020, e Alerion Clean Power (+8,5%), la cui produzione è cresciuta da 303,6 GWh a 340,7 GWh rispetto al primo trimestre dello scorso anno.
Infine, ci sono Renergetica (+5,7%), Esi (+5,1%), che ha sottoscritto un accordo per 18 impianti fotovoltaici in Italia per un importo pari a 3,2 milioni di euro, e Comal (+4,7%), anch’essa con una nuova commessa all’attivo: un impianto fotovoltaico in Sicilia del valore di 7,6 milioni.
La peggior performance riguarda Innovatec (-9,4%), in seguito all’approvazione del bilancio 2020. In negativo anche Falck Renewables (-1%), nonostante l’acquisizione del 100% del capitale di Desafio Solar SLU, titolare di un impianto solare operativo in Spagna.
Stabili Frendy Energy (0,5%), Algowatt (0,6%), Agatos (0,8%) ed Enertronica Santerno (0,9%). Quest’ultima ha consolidato la propria presenza nel mercato italiano con un progetto per il repowering di un impianto fotovoltaico da 1,7 MW. In questo quadro, gli operatori si interrogano sugli effetti reali del PNRR sul settore. Le difficoltà di mettere in atto le strategie previste, riducendo gli ostacoli burocratici e procedendo con decisione a snellire il permitting, costituiscono un freno all’apprezzamento da parte dei mercati finanziari.