La transizione energetica è un’opportunità industriale per l’Italia, che potrebbe far crescere la propria industria delle tecnologie per le energie rinnovabili. D’altra parte, esiste già anche nel nostro Paese una filiera delle tecnologie per le energie rinnovabili e smart: DESIRE, «Digital, Efficient, Sustainable, Innovative, Renewable Energy». Va dunque sfatata la leggenda metropolitana che “lo sviluppo delle rinnovabili porta solo all’importazione di pannelli cinesi”, senza portare ricchezza all’Italia.
E’ una filiera che conta oggi quasi 800 aziende, con più della metà che sono specializzate sui vari segmenti della filiera, mentre non mancano grandi gruppi attivi, seppur in modo non prevalente, in questi comparti. Diverse sono poi le imprese di generazione elettrica che hanno rilevanti attività in house e competenze specifiche su alcune tecnologie, come ad esempio nel geotermico e nell’idroelettrico.
Il valore della produzione media 2015-20 del settore, ammonta nel complesso a 12,4 miliardi di euro, pari allo 0,7% PIL italiano nel 2021.
Ha un forte presidio nelle infrastrutture di rete e alcune componenti, mentre è più limitata ma pur sempre rilevante, la presenza nelle tecnologie di base. Articolati sono i comparti coinvolti: generazione elettrica, infrastrutture, elettrificazione e digitalizzazione,
Ad oggi la copertura italiana è buona per quanto riguarda le reti e i servizi, le componenti genetiche di generazione, le bioenergie, la ricarica, le pompe di calore e il geotermico, sufficiente per idroelettrico e digitalizzazione, mentre c’è molta strada da fare per quanto riguarda, invece, i componenti di eolico, solare, accumuli e mobilità elettrica.
La filiera ha grandi potenzialità di sviluppo nei prossimi anni grazie alle politiche di decarbonizzazione e ai target per le energie rinnovabili al 2030.
Nello scenario FIT for 55 si stimano investimenti in Italia nel periodo 2022-30 per 296 miliardi di euro con ricadute sul sistema socio-economico italiano fino a 332 miliardi di euro e 450.000 occupati al 2030 se l’industria italiana riuscisse a soddisfare interamente questo fabbisogno di investimenti. I benefici potrebbero salire fino 450 miliardi e 470.000 occupati nello scenario REPowerEU con l’installazione di 85 GW aggiuntivi di impianti a fonti rinnovabili.
Un’industria quindi che va sostenuta e che contribuisce ad aumentare i benefici che la transizione energetica potrà portare all’Italia.