Le grandi infrastrutture gas nello scenario energetico europeo

Luca Schieppati, CEO TAP

Intervento al convegno Top Utility, Sfide globali, risposte locali

Siamo oggi in uno scenario che probabilmente nessuno avrebbe immaginato prima della “tempesta perfetta” che ci ha colpito nel corso degli ultimi 18 mesi e dalla quale solo oggi l’Italia e l’Europa sembrano finalmente uscire, fermo restando che dobbiamo tenere sempre alta l’attenzione in vista della campagna di riempimento degli stoccaggi per il prossimo inverno.

Uno scenario critico senza precedenti nella storia recente, riconducibile a 4 principali fattori:

  1. la costante riduzione della produzione domestica europea (quasi 20 miliardi di metri cubi in meno, in un periodo di tre anni);
    1. la sostanziale fuga dagli investimenti nell’oil&gas, dovuta principalmente a una stringente regolazione focalizzata esclusivamente sulla transizione ecologica;
    1. la riduzione della produzione da fonti rinnovabili, un tema da tenere sempre presente data l’interrompibilità “naturale” di queste fonti;
    1. l’incremento dei consumi nel periodo post-pandemia sia in Europa sia in Asia.

La crisi sul fronte ucraino ha fatto il resto, anche considerando la necessità di riempire gli stoccaggi a costi estremamente elevati, portando i prezzi della materia prima ad aumentare anche 20 volte. Ha evidenziato, inoltre, la necessità di una risposta coordinata e tempestiva relativa alla diversificazione degli approvvigionamenti, come poi avvenuto, grazie anche al contributo dei gasdotti di interconnessione transnazionali come TAP, che hanno massimizzato la loro portata per soddisfare le esigenze di Italia ed Europa.

Sono tutti aspetti indissolubilmente legati tra loro che devono indurre i soggetti istituzionali e regolatori a tenere nella giusta considerazione il ruolo strategico delle infrastrutture gas e, nel nostro caso particolare, dei gasdotti di interconnessione, correggendo alcune carenze di prospettiva e consentendo di raggiungere una transizione ecologica “giusta” e sostenibile in cui tutti noi crediamo fermamente sia come cittadini sia come player del settore.

  1. I volumi trasportati ad oggi e la massimizzazione della capacità operativa

Dall’inizio delle operazioni commerciali, TAP ha già trasportato in Europa circa 21,5 miliardi di metri cubi di gas naturale, di cui oltre 18 in Italia, contribuendo significativamente a rafforzare la sicurezza degli approvvigionamenti del nostro Paese e ad incrementare la liquidità del mercato, continuando ad allineare il mercato italiano del PSV a quello europeo del TTF. Si tratta di volumi estremamente significativi, che nel solo 2022 hanno soddisfatto oltre il 15% dei consumi del nostro Paese, grazie a due principali fattori:

  • l’aver portato a regime gli impegni di trasporto dei contratti a lungo termine firmati da TAP;
    • la massimizzazione della capacità di trasporto a breve termine, offerta tramite le aste sulla piattaforma europea PRISMA, in conformità con lo specifico quadro regolatorio di TAP.

Grazie anche a questa opzione aggiuntiva, nel 2022 TAP ha trasportato in Italia quasi 10 miliardi di metri cubi, circa 3 in più rispetto al 2021 (oltre il 40%). Queste portate hanno collocato stabilmente l’Azerbaijan nel corso della seconda parte del 2022 come secondo principale fornitore di gas in Italia, dopo l’Algeria.

  • l’esito della prima fase vincolante del market test 2021

Come noto, la capacità di TAP può essere ampliata fino a oltre 20 miliardi di metri cubi per anno

  • in modo da soddisfare un’ulteriore diversificazione delle fonti di gas e incrementare la sicurezza dell’approvvigionamento di gas,
    • ma anche per promuovere la decarbonizzazione, sostituendo i combustibili più inquinanti con il gas naturale e consentendo in futuro l’accesso dei gas rinnovabili ad una infrastruttura esistente.

Riteniamo che i risultati della prima fase vincolante del market test 2021, che ha portato a richieste di capacità aggiuntiva per 1,2 miliardi di metri cubi all’anno, siano molto soddisfacenti, considerando che è solo la prima fase di un processo di espansione che punta a raddoppiare la capacità a lungo termine del nostro gasdotto entro l’orizzonte del RepowerEU (fine 2027).

L’espansione è, inoltre, l’unico modo per TAP per trasportare l’idrogeno e altri gas rinnovabili in miscela con il gas naturale, grazie ai relativi adeguamenti, essendo la capacità attuale già interamente prenotata dagli attuali contratti di trasporto a lungo termine.

Un primo studio sulla hydrogen readiness, realizzato insieme a Snam lo scorso anno, ha confermato il potenziale per il trasporto di una miscela di idrogeno e gas naturale lungo il gasdotto. Nel corso di quest’anno TAP ha aggiudicato un contratto per effettuare test di laboratorio con idrogeno su campioni dei materiali delle tubazioni e delle relative saldature, che ne potranno confermare la compatibilità con il 100% di idrogeno. Quanto alle apparecchiature, è necessario un adeguamento in funzione della percentuale di idrogeno da trasportare in miscela.

In aggiunta a ciò, stiamo studiando le possibilità di elettrificazione delle nuove centrali di compressione da realizzare e dei potenziamenti delle centrali esistenti nell’ambito dell’espansione. Questa valutazione e le relative decisioni di investimento, estremamente complesse dal punto di vista dell’affidabilità del trasporto, rappresentano una scelta critica per l’implementazione della strategia di transizione energetica di TAP.

  • Il quadro finanziario e regolatorio a supporto del processo di espansione

Nel corso del Southern Gas Corridor Advisory Council che si è tenuto a inizio febbraio a Baku, tutti gli stakeholder presenti lungo la catena del valore del gas del Corridoio Meridionale si sono detti pronti a valutare gli impegni commerciali e le relative decisioni di investimento critiche e urgenti per l’espansione del Corridoio, nonostante le complessità e le incertezze, gestendo i significativi rischi tecnici e commerciali connessi, che si possono tradurre nei seguenti fattori:

  • le prospettive tuttora incerte sul gas nel medio termine, e la certezza della domanda che ne discende, e che deve permanere a lungo termine così come la produzione per cui si intende investire;
    • l’evoluzione del quadro regolatorio, che deve comunque consentire la sostenibilità del modello di business del Corridoio Meridionale (produzione, trasporto e vendita di gas), permettendo di assicurare le condizioni per l’importazione a lungo termine del gas in Europa dal mar Caspio, contemperando il modello di business di cui sopra con gli obiettivi di decarbonizzazione e sostituzione delle fonti fossili nel mix energetico europeo;
    • la necessità di garantire il supporto finanziario delle istituzioni internazionali agli ingenti investimenti necessari, a partire dalla BERS, con cui abbiamo avviato un dialogo proficuo;
    • la volatilità del prezzo del gas, che non agevola il calcolo dei ritorni per le decisioni di investimento;
    • la necessità di aumentare non solo la capacità di TAP, ma anche quella delle infrastrutture a monte e a valle di TAP e dunque gli accordi con i Paesi e gli operatori coinvolti.

Tutto questo processo così articolato e complesso dovrà essere finalizzato nei prossimi mesi ed in modo coordinato così da consentire la messa a disposizione del raddoppio dei volumi ai mercati da qui al 2027, in sincronia con la domanda del mercato e lo sviluppo della capacità per trasportarli.

In questo complesso scenario, risulta strategico il supporto costante della Commissione Europea, dei governi centrali dei singoli Paesi che TAP attraversa e delle relative autorità di regolazione, sia a livello politico, sia a livello regolatorio. E’ chiave, inoltre, il sostegno da parte delle istituzioni finanziarie attraverso strumenti di finanziamento che includano anche grandi infrastrutture transfrontaliere come TAP, a fronte dell’impegno degli operatori finanziati a rispettare i principi di sostenibilità degli accordi di Parigi.

Pensiamo ad esempio al REPowerEU, le cui risorse provengono in buona parte dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza che rende disponibili 225 miliardi di euro sotto forma di prestiti e 20 miliardi in forma di sovvenzioni. Gli Stati membri potranno aggiungere un capitolo REPowerEU ai loro piani di ripresa e resilienza (PNRR) per orientare gli investimenti verso le priorità indicate dal piano. Sebbene il raddoppio del Corridoio Meridionale e quindi di TAP, sia inserito in uno specifico capitolo, sarebbe opportuno poter valutare la possibilità di destinare risorse a un’infrastruttura come la nostra, pur consapevoli che la stessa attraversa tre Paesi (di cui uno fuori dall’Ue) con priorità differenti e allocazioni di capitale molto diverse tra loro.

Un analogo elemento di attenzione e rischio/opportunità si origina per TAP nell’evoluzione della regolazione europea. Risulta spesso complesso includere nelle direttive in fase di approvazione (come, ad esempio, il Quarto Pacchetto Energia e il dossier relativo alle emissioni di metano) il riferimento alle peculiarità dei gasdotti di interconnessione. La normativa tende infatti a considerare solo gli operatori di trasporto nazionali. Per TAP, che attraversa tre nazioni con regolazioni differenti è infatti essenziale e imprescindibile per la sostenibilità del modello di business che le direttive europee tengano conto della peculiarità dei gasdotti di interconnessione, e coerentemente si sviluppi un approccio armonizzato tra le varie giurisdizioni e i singoli quadri regolatori nazionali. Questo in analogia a quanto avvenuto per la prima fase del nostro progetto, che ha garantito la realizzazione di un’infrastruttura strategica attraverso un regime di esenzione senza il quale gli ingenti investimenti nella produzione a monte non sarebbero stati sostenibili. Per non parlare poi del finanziamento di un’opera costata 4,5 miliardi di euro, dei quali 3,9 sono stati finanziati da istituzioni bancarie pubbliche e private europee.

Questioni strategiche quali l’esenzione dalle tariffe per i gasdotti di interconnessione come TAP devono essere prese in considerazione nel quadro regolatorio europeo, e lo stesso auspicio è condiviso dagli operatori a monte della catena del valore, ben consci dei rischi di investimento che si assumerebbero in assenza di un quadro regolatorio adeguato per le infrastrutture del Corridoio.

A livello nazionale, come confermato in più occasioni dal nostro Ministro dell’ambiente e sicurezza energetica, la strategia italiana di diversificazione ed approvvigionamento di gas include il pieno supporto politico all’incremento dei volumi dal Corridoio Meridionale, con il raddoppio di TAP, con cui rafforzare l’asse di trasporto Sud-Nord in Italia, alimentare i consumi di gas delle nostre industrie al Nord ed esportare volumi in Europa, trasformando l’Italia in un hub del gas.

A livello europeo, il recente memorandum firmato a luglio 2022 dalla Presidente della Commissione Ue Von der Leyen e dal Presidente dell’Azerbaijan Aliyev sembra andare nella stessa identica direzione.

In considerazione della necessità di stipulare gli impegni pluriennali vincolanti, e alla luce della strategia che TAP ha adottato nel percorso di progressiva decarbonizzazione dei propri asset, ci auguriamo che, a fronte dell’impegno nostro e di tutti gli attori presenti lungo il Corridoio Meridionale, la Commissione Europea, i singoli Governi e le autorità di regolazione considerino lo sviluppo di un quadro regolatorio e di supporto finanziario appropriati, che tengano conto della particolare natura di TAP e riconoscano la sua espansione come un progetto decisivo capace di coniugare le giuste ambizioni climatiche e la necessaria sicurezza degli approvvigionamenti.