L’invasione dell’Ucraina prosegue e alla tragica crisi umanitaria si aggiungono gli effetti economici: la crescita dell’economia globale per il 2022 è stimata al 3,6%, otto punti decimali in meno
Sono passati ormai oltre cento giorni dall’inizio dell’invasione Russa dell’Ucraina. L’OCSE stima che l’impatto potenziale nel 2022 sia del -1,1% sul PIL mondiale e del +2,5%sull’inflazione. La crescita dell’economia globale è prevista del 3,6% sia per l’anno corrente che per il 2023, dopo il 6,1% dell’ultimo anno (fonte Banca mondiale). I prezzi spot del gas in Europa sono 10 volte più alti dell’anno scorso e il prezzo del grano è aumentato dell’80% dal 24 febbraio al 14 marzo a livello mondiale (dati OCSE).
Gli effetti della guerra sembrano estendersi su tutte le proiezioni di crescita dei Paesi sviluppati: -0,9% per gli USA e -1,4% per l’Area Euro (fonte OCSE). Le proiezioni di crescita della Cina per l’anno in corso della Banca Mondiale sono passate da +4,8% a +4,4%.
Il vecchio continente cresce nonostante il conflitto: nel primo trimestre del 2022 il PIL destagionalizzato è aumentato dello 0,6% nell’area euro e dello 0,7% nell’UE rispetto al trimestre precedente. Questi numeri sono superiori dello 0,8% e dell’1,5% rispetto a quelli registrati nel quarto trimestre del 2019, prima della pandemia (Eurostat). La spinta deriva soprattutto dall’aumento della spesa delle famiglie.
L’Italia continuerà a crescere sia nel 2022 (+2,8%) che nel 2023 (+1,9%), seppur in rallentamento rispetto al 2021, prevalentemente grazie al contributo della domanda interna al netto delle scorte, mentre la domanda estera netta fornirebbe un apporto negativo nel 2022, a cui seguirebbe un contributo nullo nel 2023 (Istat).
I mercati mostrano andamenti in crescita, dopo il calo di aprile, la stabilità di marzo e i crolli di fine febbraio: DAX +2,1%, Ibex +3,1% e FTSE All Share +1,0%. In controtendenza CAC, che cala dell’1,0%.
I prezzi petroliferi accelerano: in salita da febbraio, il Brent registra un +12,3% nell’ultimo mese dopo il +6,6% di marzo, mentre il WTI +10,5%. Molto positivo il FTSE Italia Energia: +5,8%.
Dopo l’andamento altalenante dei primi tre mesi dell’anno e un netto calo ad aprile (-3,9%), a maggio l’indice IREX delle small mid cap pure renewable quotate su Borsa Italiana ha registrato una sensibile crescita, pari al 7,2%. Le migliori performance mensili sono quelle di Agatos (+64,4%%), EEMS (+32,0%) e Comal (+19,3%).
Agatos migliora la performance dello scorso mese (+9,8%); a ciò contribuisce la firma di un accordo transattivo con Sorgenia per modificare parzialmente gli accordi di partnership (aggiunti 9 milioni di extracosti, per il 45% sostenuti da Sorgenia) di fine 2020, riguardanti la costruzione dell’impianto di Marcallo.
Continua il rimbalzo di EEMS dopo il -9,9% di marzo e il +17,2% di aprile. Ancora una volta la ragione è la posizione finanziaria positiva. La società è tenuta infatti a pubblicare l’aggiornamento con cadenza mensile in ottemperanza alla richiesta avanzata da Consob.
Comal firma la realizzazione di 4 nuovi impianti fotovoltaici con vari investitori italiani per 28 MW in totale e un importo di 11,5 milioni di euro.
Le peggiori performance del mese sono state quelle di Frendy Energy (-5,4%), che vede poco movimento sul titolo, Iniziative Bresciane (-4,4%) e Algowatt (-4,2%). Quest’ultima risulta in calo dopo la straordinaria crescita di aprile (+85,4%) e quella di marzo (+13,3%): viene meno la scia positiva dovuta all’aumento dell’EBITDA, la partecipazione al HYPER-5G finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea e la valutazione positiva da parte di Integrae SIM.
Lo scorso 18 maggio Borsa Italiana ha proceduto al delisting del titolo di Falck Renewables a seguito della chiusura dell’OPA lanciata da Green BidCo. Questa detiene ora più del 95% del capitale della prima. In seguito a tale evento, è uscita dall’Indice Irex a partire da tale data.
Nel complesso, l’apprezzamento del mercato mobiliare riflette le attese di crescita delle rinnovabili spinte dalla necessità di diversificare le forniture energetiche e dagli obiettivi al rialzo del REpowerEU. Prezzi elettrici elevati, miglioramenti dei processi autorizzativi, obiettivi di sostenibilità stanno favorendo gli investimenti nelle rinnovabili, attraendo sempre più gli investitori.