L’economia italiana sconta i pesanti effetti della crisi causata dal lockdown, con previsioni del PIL per il 2020 più o meno negative secondo le diverse fonti. Mentre l’Ocse prevede -11,3% quest’anno ed un recupero del 7,7% nel 2021, il FMI stima, invece, -9% per 2020 e +6,5% per 2021. Nel caso, poi, vi sia una seconda ondata della pandemia, l’Ocse arriva a stimare un -14% nel 2020 e +5,1% nel 2021. Pesano i settori delle costruzioni e del turismo, i più colpiti dalla crisi. L’Istat stima, invece, una contrazione dell’8,3% del Pil nel 2020 e una ripresa parziale nel 2021 (+4,6%).
Nella prima parte dell’anno, il commercio mondiale ha registrato un crollo: la Commissione europea per il 2020 si aspetta una flessione del -11,0% delle importazioni. Nonostante le ingenti misure a sostegno dei redditi di famiglie e imprese, la congiuntura si presenta eccezionalmente negativa. L’Ocse stima una contrazione del PIL americano tra il 7 e 8%. La Cina sembra avere prospettive di recessione nel 2020 meno marcate: tra -2,7% e – 3,7%. Per quest’ultima la ripresa è rallentata da una maggiore propensione al risparmio, dalle mete dell’export ancora indebolite dal virus e dalle crisi di liquidità di molte aziende.
Nell’area dell’euro, le stime per il primo trimestre mostrano una decisa contrazione pari a -3,8% del PIL. In Francia e in Spagna si è registrata una caduta del 5,8% e del 5,2%, meglio la Germania con una flessione del 2,2%.
Maggio si è rivelato, invece, un mese positivo per il mercato azionario europeo. Se il bilancio da inizio anno resta negativo, le Borse sono risalite in maniera sensibile da inizio mese. Il FTSE All share ha avuto un recupero consistente, chiudendo il mese a +6,8%, sicché la variazione da inizio 2020 è ora del -23,2%. Il Dax tedesco, in rapida ripresa, ha guadagnato altri 6,7 punti percentuali, registrando la perdita più contenuta da gennaio (-12,5%). Più indietro la Francia, dove il Cac ha recuperato solo il 2,7%, con una perdita totale nell’anno del -21,5%. Gli stessi valori si ritrovano in Spagna, dove maggio si chiude con un +2,5% su inizio mese e un -25,8% su inizio anno.
Milano si è appoggiata sulle buone prestazioni del settore bancario, ma il rischio di un nuovo inasprimento dei rapporti internazionali ha segnato in maniera negativa l’andamento dei settori auto e lusso. Male anche il settore dell’energia, che sconta la debolezza del greggio.
Nel comparto petrolifero, nell’ultimo mese, si avverte un rinnovato ottimismo, grazie agli spiragli sul fronte pandemico, nonostante una serie di tensioni internazionali e interne ad alcuni Paesi. I prezzi hanno segnato sensibili aumenti. Il Brent ha chiuso maggio sui 35,0 $/b, ovvero 10 sopra l’ultimo rilevamento, con una crescita del 38,2%. Rispetto ai valori di inizio anno la perdita si riduce, ora, al -47,0%. Il Wti supera le quotazioni del marker europeo, chiudendo a 35,2 $/b, con un incremento dell’81,6% rispetto al minimo di aprile di 18,4 dollari. L’indice FTSE Oil&Gas, che traccia le quotate italiane, non ha, tuttavia, beneficiato del rialzo dei prezzi, facendo segnare un deludente +0,4% sul mese precedente.
Dopo il trend in calo dell’ultimo trimestre, l’indice Irex torna a crescere, anche grazie ai miglioramenti della pandemia in Italia e alla ripresa dell’attività economica nazionale. Il listino delle small-mid cap pure renewable quotate su Borsa Italiana ha registrato nell’ultimo mese un +22,3%, in netta ripresa rispetto al -0,3% del mese scorso.
Le migliori performance sono state di Falck Renewables (+24,7%), Alerion Clean Power (+21,4%) ed Enertronica Santerno (+22,2%). Alerion, attraverso la controllata Enermac, si è aggiudicata 51 MW di nuova capacità rinnovabile nell’ambito delle procedure competitive di cui al DM FER 1 per due progetti eolici in Puglia, rispettivamente di 27,2 MW e 23,8 MW, previsti entrare in esercizio entro l’autunno 2021. Renergetica ha sottoscritto una lettera di intenti per vendere delle autorizzazioni a costruire un impianto fotovoltaico in Colombia da 11,2 MW.
Oltre alle attività di sviluppo di nuovi impianti, sono proseguite le operazioni di finanza straordinaria. GGP ha acquisito il 100% del capitale sociale di GEG, attiva nella vendita di impianti di efficientamento energetico, della quale deteneva già il 50,1%. L’operazione rientra nel processo di razionalizzazione societaria avviato dalla controllante Alperia.
I worst performer sono Innovatec (-4,9%), Agatos (-2,1%) e Algowatt (-3,3%). Quest’ultima è stata attiva su diversi fronti: ha comunicato l’ottenimento di un finanziamento per il progetto RESTABILISE 4.0, con l’obiettivo di fare ricerca sulle tecnologie basate sull’intelligenza artificiale per la compensazione energetica e la resilienza di un sistema distribuito. Inoltre, ha commercializzato soluzioni per gestire il monitoraggio dei flussi di persone sui luoghi di lavoro e mezzi pubblici nella fase post Covid.
La pubblicazione dei primi risultati del primo trimestre 2020, confrontati con quelli dello stesso trimestre 2019, può fornire una prima parziale analisi degli effetti del Covid sul settore delle rinnovabili. I produttori energetici, come Falck Renewables e Alerion, hanno avuto una forte crescita della produzione, in alcuni casi più che raddoppiata, anche grazie all’aumento della capacità installata. Entrambe le società hanno avuto una crescita dei ricavi (Alerion + 70%), nonostante il calo dei prezzi, e dell’EBITDA. Seri Industrial, gruppo che opera lungo la filiera delle materie plastiche e degli accumulatori elettrici, ha, invece, registrato una diminuzione dei ricavi pari al 19,9%. Gli sviluppi sul secondo semestre sono però difficili da stimare, soprattutto per l’incertezza sull’evoluzione della crisi.