Il mese di ottobre ha reso una realtà il temuto scenario ‘double-hit’ e molti Paesi europei hanno imposto nuove pesanti limitazioni per contrastare la pandemia. Il Fondo Monetario Internazionale stima che il ritorno del PIL globale ai livelli pre-pandemia sarà più lento, con un rimbalzo nel 2021 del 5,2%, inferiore rispetto alle previsioni di giugno. In controtendenza, la Cina è già avviata verso un solido recupero del PIL.
Gli effetti dei lockdown nei Paesi europei si presume saranno pesanti per molti settori dell’economia e il Consiglio europeo ha concordato la propria posizione sull’ambizioso programma di ricostruzione post-pandemia. I dati macroeconomici sono ancora influenzati dall’accenno di ripresa avvenuta nell’estate: il PIL dell’area euro nel terzo trimestre 2020 ha segnato +12,1% (Eurostat, ottobre 2020).
Per l’Italia, i dati recentemente pubblicati dall’Istat fotografano la crescita avvenuta durante l’estate (+16%), che si è rivelata superiore a quanto atteso dagli analisti. Nonostante il rimbalzo nel III trimestre sia stato più robusto del previsto, persiste grande preoccupazione sulla contrazione totale del PIL italiano nel 2020, che l’Istat stima al -8,2%. A confermare i timori sono anche gli ultimi dati sulla produzione industriale di settembre, in calo per tutti i comparti: beni di consumo (-4,8%), strumentali (-3,9%), intermedi (-1,6%) e, in misura meno rilevante, l’energia (-0,3%). Nota positiva, le risorse rese disponibili all’interno del programma Next Generation EU, incluse nella manovra di bilancio, promettono di avere un notevole impatto macroeconomico nel medio periodo.
Le Borse europee risentono del peggiorare della situazione macroeconomica. Il DAX tedesco ha subito un crollo nell’ultima settimana di ottobre, chiudendo il mese con una contrazione superiore al 9%. Discorso analogo per tutti i principali listini europei: il FTSE MIB perde a ottobre quasi il 6% di capitalizzazione; nello stesso periodo il CAC 40 scende di quasi il 5% e l’IBEX del 4%.
Il settore energetico è particolarmente esposto alla sfavorevole congiuntura. I nuovi lockdown alimentano timori sulla ripresa dei consumi nel medio termine, e spingono al ribasso il petrolio. Il Brent, che a inizio mese si scambiava sopra i 40 dollari al barile, ha visto una lunga traiettoria discendente per tutta la seconda metà di ottobre, chiudendo sotto i 38. Stessa dinamica per il WTI, che chiude il mese sotto i 36 dollari al barile. L’indice FTSE Oil & Gas chiude al ribasso ottobre con una contrazione di oltre il 6,4%.
Dopo il -2,3% registrato a settembre, l’indice IREX delle small mid-cap pure renewable quotate su Borsa Italiana conferma il trend negativo, registrando, nel decimo mese dell’anno, un crollo del 9,6%.
Alerion Clean Power, unica nota positiva dell’indice, guadagna il 7,6%. Il titolo in Borsa ha beneficiato dell’acquisizione del 100% di Naonis Wind Srl, società titolare dell’autorizzazione per la costruzione di un impianto eolico a Cerignola (FG). Il progetto, che avrà una potenza complessiva di 12,6 MW e una produzione annuale prevista di 26 GWh, dovrebbe partire entro la prima metà del 2021. Questo investimento permetterà ad Alerion di raggiungere una potenza lorda complessiva di 750 MW.
Iniziative Bresciane, grazie anche all’ufficializzazione dell’entrata con il 16% di Dolomiti Energia Holding, rimane quasi stabile con -0,6%. Tra gli altri risultati migliori dell’indice troviamo Frendy Energy (-11%) e Seri Industrial (-11,1%) Quest’ultima è andata in negativo, nonostante siano ripartite le operazioni di commissioning del progetto Litio-Teverola, futuro centro di riferimento tecnologico per la produzione di batterie a ioni di litio in Italia.
La peggiore performance mensile è di Enertronica Santerno (-39%) che, a fine mese, ha sofferto più delle altre aziende la flessione dell’intero mercato. L’azienda ha anche approvato un aumento di capitale per un massimo di dieci milioni di euro. Innovatec va in negativo (-27,4%), nonostante due nuove commesse da 1,2 milioni di euro complessivi per l’efficientamento energetico di tre stabilimenti produttivi in Italia.
Nonostante il quadro fosco, il mercato registra una nuova quotazione con l’ingresso di ESI sull’AIM. Nel paniere dell’IREX Index è stata quindi aggiunta questa nuova matricola. ESI opera come EPC contractor e system integrator nel settore delle energie rinnovabili e al debutto ha sorpreso segnando un +50%. In conclusione, dopo una leggera ripresa verso la metà del 2020, l’intensificarsi della crisi dovuta alla pandemia condiziona nuovamente anche le rinnovabili quotate. Le politiche di decarbonizzazione di medio termine e il Piano di Rilancio, che dovrà verde una forte connotazione green, offrono, tuttavia, prospettive interessanti per il titolo dell’Irex Index.