PNRR e impianti di trattamento, a che punto siamo?

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), come ben noto, può offrire grandi opportunità per il settore della gestione dei rifiuti. Uno degli obiettivi è che contribuisca a colmare, almeno in parte, il generale divario impiantistico tra Nord e Sud del Paese, favorendo, allo stesso tempo, il revamping delle strutture esistenti. In tale quadro, l’analisi dei progetti presentati e approvati per alcune linee di finanziamento mette già in luce diversi elementi interessanti ma anche alcune criticità.   

In base alle informazioni disponibili, nell’ambito del WAS Annual Report 2022, sono state rilevate le iniziative relative agli impianti per il trattamento dei rifiuti presentati nell’ambito della Missione 2 “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”, Componente 1 “Economia circolare e agricoltura sostenibile”, che di fatto esclude la sola Linea 1.1 A per il “Miglioramento e la meccanicizzazione della rete di raccolta differenziata dei rifiuti urbani”.

Nel complesso sono stati presentati 1.080 progetti relativi ad impianti di trattamento dei rifiuti urbani e a progetti “faro”, di cui 232 sono stati esclusi e 848 hanno ricevuto un punteggio dal Ministero (Figura 1). Le iniziative che è stato possibile mappare sono 205, corrispondenti al 24% di quelle con punteggio. La maggior parte dei progetti appartiene alle Linee 1.1 B e 1.1 C, mentre la raccolta delle informazioni per i progetti “faro” è più complessa. I soggetti proponenti, infatti, sono per lo più aziende private, coinvolte in progetti innovativi, talvolta difficili da distinguere da quelli proposti per il PNRR.

L’analisi si concentra quindi sulle Linee 1.1 B – Impianti di trattamento/riciclo dei rifiuti urbani e 1.1 C – impianti innovativi, ognuna delle quali prevede un finanziamento complessivo di 450 milioni di euro, con un massimo di 40 milioni di euro erogabili per singola proposta nel primo caso e uno di 10 milioni di euro nel secondo. Per ogni linea, inoltre, il 60% del totale è destinato al Centro-Sud.

Figura 1. Quadro generale dei progetti presentati e mappati della M2C1 del PNRR

Fonte: elaborazione Althesys

Mentre i progetti innovativi si concentrano al Nord, le iniziative nelle regioni del Centro-Sud sembrano in generale essere finalizzate soprattutto a recuperare i ritardi cumulati negli anni nell’impiantistica tradizionale. Per la Linea 1.1 B, il 52% dei progetti con punteggio è appunto destinato a Sud e Isole, seguito dal Centro con il 29% e dal Nord con il restante 19%. Il Lazio, con 97 progetti, corrispondenti al 20% del totale, ne conta il numero più elevato, seguito dalla Calabria (64) e dalla Sicilia (53). Nella Linea 1.1 C, invece, il 45% delle iniziative presentate interessa le regioni settentrionali, il 28% il Meridione e il 27% il Centro Italia. In questo caso, sono Veneto e Piemonte a registrarne la maggior parte, pari, rispettivamente, a 13 e 12, seguiti da Toscana (11) ed Emilia-Romagna (10).

Le aree di intervento sono numerose e, per la Linea 1.1 B, includono il revamping e la realizzazione di impianti di selezione o di trattamento, la riconversione di TMB, la costruzione di centri di raccolta, il compostaggio di comunità e persino la riqualificazione di una discarica. Cuore dei progetti, con un peso di quasi il 40% tra quelli esaminati, è però la realizzazione di impianti di trattamento della frazione organica, per lo più impianti di digestione anaerobica con produzione sia di compost che di biometano. Nella Linea 1.1 C, la maggior parte delle 24 iniziative rilevate riguarda invece il trattamento dei fanghi, con un peso del 63%, e la costruzione di impianti per il recupero dei prodotti assorbenti per la persona (PAD), equivalenti al 21% del totale.

Sul piano delle tecnologie, mentre sono rimasti esclusi dal finanziamento i termovalorizzatori, le risorse destinate al biometano non sono state limitate. Anzi, i casi di riconversione di impianti biogas a biometano sono numerosi. A queste, si aggiungono poi gli incentivi per la costruzione o il revamping di impianti di biomentano previsti nel decreto pubblicato nel settembre 2022. Pertanto, mentre non si prevede di sostenere il Waste-to-Energy di cui vi è ancora necessità, si rischia di generare overcapacity nella Forsu in alcune aree del Paese.

Infine, ma non meno significativo, è il fatto che il numero dei progetti ammessi a finanziamento per i quali è esaurito il plafond è molto rilevante. I progetti finanziati sono in tutto 285, mentre le iniziative ammesse a finanziamento per cui è esaurito il plafond sono quasi il doppio, 563, corrispondenti al 52% dei 1.080 totali presentati. La concentrazione è particolarmente elevata nella Linea 1.1 B, dove questi rappresentano ben l’80%  dei progetti presentati. Il numero, come ben si vede dalla Figura 1, rimane comunque significativo anche per la Linea 1.2 C (progetti faro plastica), dove costituiscono il 57% del totale. Soprattutto per la prima linea di finanziamento, quindi, l’ammontare delle risorse previste parrebbe non essere adeguato. Sarà comunque da vedere quanti dei progetti presentati e non finanziati saranno effettivamente realizzati. La sfida per un sistema italiano di waste management moderno ed efficiente è ancora aperta e solo nei prossimi anni si capirà se il PNRR è stato veramente un fattore decisivo o solo uno dei vari tentativi non risolutivi.